domenica 12 ottobre 2008

(TO) VERGOGNOSA provocazione

La provocazione degli anarchici a Porta Palazzo
Da Kabul a Porta Palazzo. Stessa divisa, missione differente. Rischiare la vita a migliaia di chilometri da casa e ritornare con un’accoglienza tutta particolare: scritte «Alpini assassini», addirittura un «Torneo di calcio all’alpino» organizzato dagli anarchici insurrezionalisti nel piazzale davanti al Palafuksas, occupato di notte dai tassisti abusivi nigeriani, i «kabu-kabu». Una ventina di giocatori, compresa la squadra dei Sampietrini (motto: «Criminali di tutto il mondo, unitevi»), un centinaio di persone ad assistere
Che effetto fa? «Un po’ dispiace, poi mi giro dall’altra parte e continuo a fare il mio lavoro» dice Gianfranco, 26 anni, primo caporalmaggiore. Niente cognomi, «sono queste le consegne» spiega. Ancora: «La gente ci apprezza. E’ vero, c’è stata qualche contestazione, di solito il fine settimana. Ma sono poche persone, sempre le stesse» sostiene Gianfranco. Vicino a lui è seduto Daniele, un anno più giovane, stesso grado. Entrambi sono stati a Kabul, hanno rischiato la vita per aiutare gli afghani a ricostruire il Paese. «Laggiù, la gente ci vuole bene, ci rispetta. Certo, le persone che si avvicinano chiedono aiuto, qualcosa da mangiare. Qui è diverso, fai qualcosa di utile per il tuo Paese» concordano Gianfranco e Daniele. Per loro, Porta Palazzo è la seconda missione di ordine pubblico in città. La prima volta è legata all’emergenza «Tossic Park». Esperienza fatta anche da Valentina, 24 anni, caporale. «Mi è piaciuto tantissimo» dice sgranando gli occhioni azzurri. Aggiunge: «Anche se questa non è la mia città, sento di aver fatto qualcosa di utile. A “Tossic Park” sono stata a contatto con gente che si droga, con spacciatori, un mondo a me sconosciuto. Alcuni sono stati rassicurati dal fatto che sono una ragazza, è stato un grande arricchimento professionale». Valentina è calabrese. «Sono di Lamezia Terme. Da residente posso dire che anche la mia città avrebbe bisogno di un servizio di questo tipo. E comunque, sono orgogliosa di aver lavorato a “Tossic Park” e a Porta Palazzo».
In Afghanistan, il ruolo più difficile era quello di addetto alla «torretta», sui blindati. «E’ pesante, bisogna scrutare l’orizzonte per individuare le possibili minacce. Soprattutto, gli ordigni» spiega il tenente Stefano Zonzin, 27 anni, comandante degli 80 militari utilizzati nell’operazione «Strade sicure». E’ anche l’unico autorizzato a fornire nome e cognome. Anche lui è stato a Kabul, come Daniele e Gianfranco. E loro annuiscono quando parla il tenente. A Porta Palazzo, però, qualcuno ha accusato gli alpini di «occupare» parte della città. «Contestazioni di poche persone, una decina al massimo. Sempre le stesse. E quando si avvicinavano, erano gli stessi commercianti ad allontanarli. La gente ci è sempre stata vicino. C’è fiducia e questo è gratificante», spiegano Gianfranco e Daniele. ---(Claudio L.)

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