
L'emiliano di montagna ha la scorza dura, e Lazzaro Ponticelli, che ha fatto l' emigrante, la prima guerra mondiale e adesso viaggia verso i 111 anni, ne è la prova. Ponticelli è stato l'unico dei sei reduci francesi ancora in vita, che hanno partecipato alla Grande Guerra, ad essere presente, sulle proprie gambe, alla commemorazione della battaglia di Verdun, celebratasi ieri mattina. Egli, ogni anno dal 1922, l'11 novembre si reca a piedi al monumento ai caduti del suo paese. "Tutti questi ragazzi uccisi, non posso dimenticarli!"- .«Prima di passare all'attacco - continua - con i compagni si diceva: se muoio penserai a me. Per questo, da quando la guerra è finita, vado tutti gli 11 novembre al monumento dove si ricordano tutti i morti». In Francia i combattenti della prima guerra mondiale vengono chiamati "poilus", pelosi, perché quando erano immersi nell'inferno delle trincee non riuscivano neanche più a radersi. "Non è giusto aspettare l'ultimo dei "poilus" - si indigna Ponticelli - è un affronto a tutti gli altri, morti senza avere gli onori che meritano. Non hanno fatto niente per loro, ma hanno combattuto come noi. Avevano diritto ad un gesto quando erano ancora vivi. Anche un piccolo gesto sarebbe bastato". Non ne vuole sapere, Lazzaro, di funareli nazionali; il suo corpo riposerà un giorno nella cappella di famiglia e nessuna promessa di allori potrà fargli cambiare idea. Insieme all'inglese Henry Allingham, è rimasto l'ultimo legionario che ancora partecipa alle commemorazioni della Grande Guerra.Nel 1996 la Francia gli ha conferitoi la Legion d'onore. L' ex combattente oggi è il più vecchio emiliano-romagnolo e il secondo italiano più vecchio del mondo.
La storia- Nato a Bettola, sull'apennino piacentino, il 7 dicembre 1897,è emigrato in Francia che non aveva ancora 18 anni.Nel 1914 si arruola nella legione straniera, mentendo sull'età e alla fine del 1915 si trova a Verdun, quando gli viene detto che dovrà arruolarsi oltralpe. Lazzaro non ne vuole sapere e si rifugia a Parigi, dove viene scoperto e viene portato a Torino da due gendarmi. Viene mandato a combattere tra gli alpini, sul fronte trentino. La sua trincea è a soli 3 metri da quella austriaca."Loro ci davano il tabacco, che scambiavano con le nostre pagnotte. Quando lo stato maggiore l'ha saputo, ci ha dislocati in una zona più dura"- dice, ricordando quei momenti, ancora impressi nella sua mente, dopo tanti anni. Finita la guerra Lazzaro torna in Francia per mettersi in società con i fratelli, tutti emigrati a Nogent-sur-Martne, un piccolo paesino nei pressi di Parigi in cui arrivavano molti immigrati piacentini. Egli fonda coi fratelli, un'impresa per la pulitura delle ciminiere, che oggi è una multinazionale, la Ponticelli Freres.
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