lunedì 29 settembre 2008

FI 5.000 Alpini

Più di cinquemila alpini col presidente nazionale, Corrado Perona, e quello di Firenze, Giancarlo Romoli, hanno reso omaggio a Firenze capitale dei profughi, dopo la disfatta di Caporetto. Fu la più grande migrazione interna. Un esodo di 600.000 civili, in gran parte donne, bambini e anziani che affrontarono tre nemici: la paura, la miseria, la fame. Gran parte di questi esuli, 39.741, arrivarono a Firenze con 223 amministrazioni locali, ma anche prefetture, ospedali, banche, biblioteche. Rimasero a Firenze un anno. Poi tornarono verso le loro case. Per due giorni decine e decine di gonfaloni di quei comuni, oltre a quelli delle province di Treviso e Udine, hanno detto grazie alla città che li ospitò novant’anni fa. Ma c’erano anche i gonfaloni di Siena e Livorno, i quali ospitarono un comune ciascuno. Nel Salone dei Cinquecento, in Palazzo Vecchio, Giancarlo Romoli, ha ricordato come è nata l’iniziativa del 4° raggruppamento alpini, mentre il professor Salimbeni dell’università di Udine ha ricostruito i legami fra il Friuli e la Toscana. Il sindaco Leonardo Domenici, che ha familiari che hanno fatto l’ alpino, ha ricordato quella pagina di storia. Ieri gli alpini, a conclusione della manifestazione, hanno sfilato per due ore fra San Marco e piazza della Signoria.

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