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(Vr) Comfoter nuovo comandante
Cambio al vertice delle Forze operative terrestri di Verona. Il generale di corpo d'armata, Bruno Iob, dopo oltre 30 mesi, ha lasciato il comando al generale di corpo d'armata Armando Novelli. La cerimonia si è svolta nella caserma Duca di Montorio, alla presenza del capo di stato maggiore dell'Esercito, generale Fabrizio Castagnetti, e delle massime autorità cittadine. “Sotto la guida del generale Iob - è stato sottolineato durante la cerimonia - le Forze operative terrestri dell'Esercito hanno continuato ad assolvere con serietà, professionalità e spirito di sacrificio tutte le missioni operative assegnate, riscuotendo ampi consensi e confermando il loro elevato livello qualitativo”. Il generale Novelli è nato a Pontremoli 61 ani fa e ha frequentato il 23° corso dell'Accademia Militare di Modena. Nominato tenente degli Alpini nel 1971, ha ricoperto prestigiosi incarichi di comando in Italia e all'estero e presso lo stato maggiore dell'Esercito a Roma.
Per le forze armate ''l'appoggio della politica e' fondamentale e credo, spero, anzi sono sicuro non manchera'''. Lo ha detto, a margine della cerimonia, il generale Castagnetti, che ha sottolineato che quello attuale “non è un buon momento, ma per noi non è un grande problema. Le forze armate - ha sottolineato - sono istituzioni sempre alle dipendenze dell'autorità governativa”. Il generale Castagnetti ha poi tenuto a precisare che l'esercito “continuerà a fare, come sempre, il suo dovere, sempre al meglio delle sue possibilitaà”.
Castagnetti ha aggiunto che non si cambia la cultura dei popoli con l'arroganza e si riferiva a tutte le nazioni ma soprattutto all'Afghanistan, un paese “che era a livello di Medioevo, distrutto da anni di guerra, senza quasi nessun potere centrale sul territorio”. Per ricostruirlo, ha continuato, “ci vogliono tempi lunghi. Il segretario della Nato ha detto che ci vuole una generazione”. E quando si ricostruisce un paese, bisogna tenere conto degli aspetti culturali, che ''bisogna trattare con convinzione, con moderazione, con comprensione. I nostri soldati – ha detto - hanno nel loro dna questa capacità: ovunque essi vanno, sono lì per aiutare le popolazioni, le istituzioni democratiche. Lo fanno con un caratteristico spirito italiano, tutto nostro, riconosciuto e amato in tutto il mondo''. In Afghanistan, secondo Castagnetti “non e' tutto nero. Sono state aperte – ha ricordato - migliaia di scuole, gran parte delle persone ha l'assistenza medica che prima non aveva, le bambine vanno a scuola. L'autorità del presidente Karzai si sta diffondendo. Ci sono degli aspetti positivi”. ''Bisogna però – ha rileva - che la comunità internazionale agisca in modo più coordinato. Dopodiché i tempi saranno sicuramente lunghi, le risorse anche finanziarie da impiegare saranno tante, però per me è una sfida. Ma assolutamente in Afganistan bisogna riuscirci”.
Per il capo di Sme ''tutti i teatri di vecchia data sono relativamente tranquilli'', tranne in Afghanistan. ''Mi riferisco ai Balcani e in particolare al Kosovo – ha aggiunto - e uso il termine relativamente perché prima o dopo forse verrà dichiarata l'indipendenza del Kosovo e quindi aspettiamo di vedere quali saranno le reazioni della Serbia, sperando che prevalga il buon senso''. Anche in Libano la situazione è ''relativamente tranquilla. Siamo lì – ha spiegato - da quasi due anni, abbiamo fatto un lavoro fantastico; l'Italia ha preso la leadership totale, politico e militare, sotto l'aspetto diplomatico-politico c'è stato uno sviluppo e siamo in attesa che qualche cosa di positivo si evolva anche a Beirut''.
L'emergenza è l'Afghanistan: ''Qui – ha detto il generale - la situazione è sempre più difficile; lo era all'inizio, lo è adesso. L'esercito sta facendo benissimo per dare una certa sicurezza del Paese e per permettere al governo di Karzai di estendere la sua autorità al resto del territorio, ma sia anche nel campo della ricostruzione''. Il generale ha rilevato che in Afghanistan c'è necessità, ''di un migliore coordinamento di tutti gli altri attori che non sono soldati. Auspichiamo che venga eletta una carica da parte dell'Onu che possa fare da coordinatore per tutte le svariate agenzie, Onu, Ue, organizzazioni non governative''. Infine Castagnetti ha ricordato che ''quasi tutte le grandi operazione che abbiamo sono prevalentemente terrestri, ovvero pesanti per le forze di terra e leggere per le forze navali e aree. Abbiamo 8.500 soldati all'estero, dei quali 7.200 sono dell'esercito''.
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