«L’esplosione è stata tremenda. Mi sono voltato di scatto vedendo saltare in aria i poveri civili dilaniati. I nostri feriti gridavano e ho capito subito che era stato un terrorista suicida» racconta il colonnello Alfredo De Fonzo, comandante del contingente a Kabul. C’era anche lui sul luogo dell’ennesima strage talebana, dall’altra parte del fiume rispetto all’attentato, ma si è beccato lo stesso uno dei pallini d’acciaio del kamikaze nella coscia. Il maresciallo capo Daniele Paladini è morto mentre lo stavano evacuando in elicottero verso Kabul ed altri tre soldati italiani sono rimasti feriti. Il bilancio delle vittime afghane è ancora più grave: 9 vittime, compresi tre o quattro bambini, e una dozzina di feriti. Alcuni testimoni locali sostengono che almeno un bambino ed un altro civile siano stati uccisi da proiettili sparati dagli italiani, subito dopo l’attacco kamikaze, per timore di un altro attentato. «Non è assolutamente vero. Uno dei miei soldati ha sparato dei colpi in aria con la sua arma individuale, di puro avvertimento, per fermare delle macchine che si stavano avvicinando al luogo dell’esplosione» spiega il comandante del V reggimento alpini impiegato nella capitale afghana.Ieri mattina i soldati italiani si erano recati a Paghman, a soli 15 chilometri dalla capitale, dove da un mese stavano rimettendo in sesto un vecchio ponte abbandonato dai sovietici. La gente del posto è accorsa come sempre a curiosare, ma anche a dare un mano. Sembrava tutto tranquillo quando il terrorista «ha cominciato ad avvicinarsi lungo il greto del fiume nascondendosi grazie ad una fila di alberi» spiega De Fonzo. All’ultima navata, ancora da sistemare, lavorava il geniere Daniele Paladini, del secondo reggimento pontieri di Piacenza. «Era un ragazzo in gambissima. Quel ponte l’aveva smontato, rimesso a posto e ridipinto lui» ricorda il colonnello. L’obiettivo del terrorista, un pachistano o comunque straniero, secondo gli afghani, erano proprio i civili ed i soldati della Nato. «Una delle nostre sentinelle l’ha visto avvicinarsi e ha gridato in dari (una delle due lingue afghane nda) “Altolà, fermo”, ma vistosi scoperto il terrorista si è fatto saltare in aria» rivela il comandante di Italfor. La strage è avvenuta alle 9.52 locali di ieri, le 6.22 in Italia. Il kamikaze aveva quasi raggiunto dei civili, che sono finiti in mille pezzi avvolti dal fumo scuro dell’esplosione. Il maresciallo Paladini forse si stava avvicinando per fermarlo. Purtroppo era il più vicino a 15-20 metri. Per lui non c’è stato nulla da fare «la forza dell’esplosione lo ha scaraventato contro un nostro camion e non ha più ripreso conoscenza» racconta De Fonzo. Altri tre soldati italiani, oltre al colonnello, sono rimasti feriti. Il caporal maggiore scelto Andrea Bariani, del 5° reggimento Alpini di Vipiteno, che faceva da scorta al comandante. Il capitano Salvatore Di Bartolo, dell'11° reparto Infrastrutture di Messina e il suo parigrado Stefano Ferrari, del 2° reggimento Pontieri di Piacenza che lavoravano al ponte. Schegge al volto, ferite a una gamba e una frattura al braccio considerate non gravi. Un elicottero francese li ha trasportati verso l’ospedale da campo di Kabul, ma per Paladini non c’è stato nulla da fare.
Il maresciallo ucciso nell'attentato di Kabul aveva 35 anni. Era sposato e aveva una figlia di 5 anni
E’ questo il momento del silenzio ma non riesco a trattenere la rabbia:Il Governo non li merita gli eroici Marescialli delle Forze Armate. Oramai non si sommano più le continue iniziative parlamentari e governative intese a mortificare i Marescialli delle Forze Armate: li si costringe ad un transito “forzato” verso altre amministrazioni costringendoli a svestire una divisa che per un soldato è “cucita” nell’anima (vedi Finanziaria 2008); come se non bastasse oltre al sistema di calcolo pensionistico “Contributivo”, senza previdenza complementare, ora ai militari si eleva ulteriormente l'età media di accesso alla pensione (vedi atto Camera 3178); li si relega ad una forma di rappresentanza militare senza tutela per il singolo e senza la possibilità di negoziare il proprio trattamento normo-economico, e mi fermo qui pur conscia di poter continuare per lunghe pagine.Lo ripeto: Il Governo non li merita gli eroici Marescialli delle Forze Armate.
Abbiamo valori che altri non hanno!.. Abbiamo una concezione di "servizio" che altri non hanno !.. Abbiamo una concezione di "Stato" che altri non hanno !.. E quello che è successo a Daniele ne è la riprova! .. Non parliamo di compensi e prebende che chi sta a Palazzo ,qualunque Palazzo, ne prende molti di più senza nulla rischiare,senza rischiare ogni giorno la pelle.. e può anche "esternare" liberamente le proprie convinzioni senza che nessuno abbia da ridire ! .. E sarebbero dipendenti statali normali????!!!Un pensiero d' affetto verso la famiglia del collega caduto con ONORE, parola retorica ma a molti sconosciuta !E il balletto dei Falsi Inchini ricomincia.....
IN QUESTO MOMENTO DI LUTTO CI STRINGIAMO FORTE ATTORNO AD ALESSANDRA E ILARIA, CHE LO RICORDINO PER LE COSE BELLE CHE HA LASCIATO LORO... ---(MI latuastella1974)
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